Il cuore rossonero di Busto batte per i bisognosi. Dal Milan Club una donazione alla residenza di via Catullo
Il ricavato della vendita del libro del presidente Antonello Castiglioni dedicato alla cavalcata scudetto sosterrà la residenza Magistrelli-Armiraglio che ospita adulti e famiglie che si ritrovano senza un tetto.
Qualche tempo fa, Paola Magistrelli si era appellata al buon cuore di Busto per un sostegno alla residenza Magistrelli-Armiraglio che ospita adulti, anziani e famiglie che stanno attraversando un periodo di difficoltà.
E il cuore rossonero della città ha risposto presente: questa mattina è stato donato alla Fondazione Giannina e Annibale Tosi, che ha dato vita alla struttura di via Catullo, il ricavato della vendita del libro “Campioni. Lo scudetto dei corsari”, che raccoglie il resoconto e le pagelle delle partite a cura del presidente del Milan Club Antonello Castiglioni.
«Ci fa piacere far conoscere questa struttura che dà un tetto a chi si ritrova in mezzo a una strada. È un’eccellenza della città – afferma Castiglioni –. Ci permettete di trasformare la nostra passione in un aiuto al prossimo. Così, guardare una partita non è soltanto qualcosa di fine a se stesso». Il presidente del club cita Pietro Magistrelli, indimenticato motore dell’Anffas, che era solito dire «Fare del bene fa bene»: «Oggi noi ci sentiamo bene consegnando una piccola goccia di aiuto a questa associazione».
Praticamente tutte le trecento copie del piccolo libro che ripercorre la cavalcata scudetto dei rossoneri sono state vendute. Il club ha così donato 2.750 euro alla fondazione che si occupa dell’accoglienza temporanea di chi si ritrova senza dimora. La stessa cifra consegnata lo scorso anno all’Aias, tra l’altro presieduta dal tifosissimo milanista Franco Castiglioni, che ha scritto la prefazione del nuovo libro.
«Non è solo una goccia, il vostro aiuto e quello di chi non si è dimenticato di noi è qualcosa di grande», sottolinea Paola Magistrelli, che ha raccolto il testimone di papà Pietro e dei soci fondatori Gigi Armiraglio, Bruno Tosi, Luigi Brugnoli e Franco Mazzucchelli.
Attualmente la residenza di via Catullo è quasi al completo: soltanto una unità è libera, ma verrà occupata a breve. «Sapere che queste persone hanno un tetto sopra la testa e che a Natale potranno consumare un pasto caldo è una bella soddisfazione», aggiunge Magistrelli. Specificando che non si tratta di «una casa popolare di lusso»: qui si rimane il tempo necessario, mediamente un anno, prestando anche attenzione a consumi e quant’altro. Una «accoglienza educativa», per usare le parole del tesoriere Enrico Mismirigo: «Qui non si vive sulle spalle delle istituzioni, ma è un trampolino da cui ripartire».
Una settantina le persone che nel corso degli anni sono riuscire a ricostruirsi una vita, rimboccandosi le mani, dopo la permanenza in via Catullo. Rare le eccezioni.
«Questa realtà è qualcosa di unico – evidenzia Leonardo Bollazzi, presidente della Fondazione Giannina e Annibale Tosi –. Grazie ai “ragazzi” del Milan Club per l’aiuto. Sono stati bravissimi».