Caro Luca, tutto il direttivo AIMC e tutti i Milan Club ti ringraziano per il bellissimo articolo sul mondo della tifoseria organizzata.
La tua “semplice” analisi su noi è stupefacente…hai descritto il nostro mondo legato ai colori rossoneri in modo stupefacente!!!!!!!
Sei x tutti noi una “bandiera” importante, oltre che essere un giornalista serio e grande uomo!!!!!!!!
Ti vogliamo bene e hai tutta la nostra stima
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE AMICOOOOOOOOOOOOOOO
I TIFOSI, I CLUB, LA CURVA: ECCO IL PATRIMONIO DEL MILAN
di Luca Serafini
Sempre più di 70.000 a San Siro, primo club italiano per numero di presenze nelle gare casalinghe. La Curva onnipresente in Italia e in Europa. Club che riempiono pullman, treni, aerei perché per loro è sempre trasferta.
Il patrimonio rossonero è sugli spalti, la passione per il Milan è il patrimonio che resta, il valore sempre da scudetto anche nelle stagioni più cupe come quella che si sta per concludere. Dall’addio di Berlusconi la china è andata scendendo, dividendo tra loro – sui social in particolare – chi ama questi colori, creando fazioni e “carri” sui quali salire e dai quali scendere in un continuo rinfacciarsi di idee e opinioni. Poi Maldini e Massara, Pioli in panchina e Ibra in campo con una squadra che non era la più forte (forse), ma sicuramente la migliore, per qualche tempo hanno ricompattato l’ambiente.
Smantellato quel gruppo e quella rosa, alla quale – come disse lo stesso Maldini – sarebbero bastati 2/3 inserimenti l’anno per restare in alto con continuità, la tifoseria è ripiombata nel buio nonostante le lampadine di luce flebile come i derby di questa stagione, la Supercoppa, un’impresa a Madrid. Niente altro. Il campionato è stato un cammino su un terreno in salita, friabile, un passo in su e due in giù con un finale malinconico. La finale di Coppa Italia non è stata nemmeno giocata, con le consuete bacchettate arbitrali ad inibire i rari sussulti perché il peso politico del club è sceso sotto i livelli di una cantina.
La Curva non è un ricettacolo di malavita e delinquenza. La Curva è composta da migliaia di ragazzi e ragazze, padri e madri di famiglia, appassionati che si distinguono anche nel solidale: gente che spende soldi, viaggia, fa sacrifici per sostenere la passione. Non è giusto e non è corretto verniciarla come il Bronx delle frange. I Club sono un mondo che impegnato sul territorio, nel sociale, nel solidale, nella cultura: non è solo un discorso di tessere e abbonamenti: bisognerebbe conoscerle a fondo e dall’interno queste realtà.
Io non accettavo mai gli inviti per andare ospite nei Club prima del 2022, per svariate ragioni: non sono una figura istituzionale, se dici sì a uno devi dire sì a tutti e diventa un lavoro, non prendo soldi per andarci. Poi ho pubblicato il romanzo della vita del più grande medico della storia argentina, René Favaloro inventore del bypass: “Il cuore di un uomo”, Rizzoli. Oltre a quelle tradizionali (Comuni, assessorati, biblioteche, scuole, università, librerie, circoli, associazioni, ospedali…), ho iniziato a ricevere inviti per andare a presentarlo nei Club. In tutto 129, dei quali direi (occhio e croce) almeno un terzo nei Milan Club, quindi una quarantina: l’ultima lo scorso weekend a Berlino (era la seconda volta all’estero, 2 anni fa al Milan Club Malta), mentre in giugno sarò a Sassari e a San Giuliano (MI) e altri inviti stanno arrivando ancora.
Dico la verità: quando ho iniziato questo tour in giro per l’Italia 3 anni e mezzo fa, nessuna regione esclusa, pensavo che i Club fossero dei pretesti per stare insieme, vedere le partite, organizzare le trasferte, avere i biglietti. Ho scoperto un mondo straordinario dove la passione è assolutamente al primo posto, la partecipazione e l’amicizia sono sullo stesso piano, l’impegno – come ho detto – in mille risvolti della vita quotidiana sul territorio, abbraccia moltissime branchie. Il calore che mi trasmettono tifosi e tifose, la loro accoglienza, il loro entusiasmo sono coinvolgenti e contagiosi. In ognuno di questi posti mi sono sentito a casa, un privilegiato, uno di loro più che mai. È aberrante che nessuno all’interno della società si occupi di queste realtà da vicino, analizzi i loro problemi, cerchi delle soluzioni. È un bacino che costituisce un serbatoio inesauribile di quel milanismo che, in seno alla dirigenza, latita ormai dal dopo Maldini.
I Milan Club non hanno solo il problema dei risultati scadenti della squadra. Manca un ricambio generazionale che garantisca il futuro, perché l’attività – anche nei club che contano centinaia di iscritti – la portano avanti 2/3 persone (presidente, segretario, un volontario…). Il caro-biglietti è un deterrente grave. I cambi nominativi, le fumose disposizioni di procure e prefetture, la mancanza di assistenza da parte della società sono altri ostacoli ardui. Un Milan Club deve avere una sede, che sia un bar o un locale, un abbonamento alle pay-per-view, un’organizzazione capillare per ogni sorta di evento. Che ha dei costi. E quando c’è poco da festeggiare, c’è poco da stare allegri, c’è poco stimolo per partecipare, ogni minima iniziativa diventa un’impresa.
Forse qualcuno presto o tardi tornerà a capire che questi cuori pulsanti, questo sangue rossonero che scorre in milioni di vene sul pianeta, non vive solo di biglietti, magliette, sciarpe, cappellini, tazze per il caffelatte, popcorn. Ha bisogno di linfa, e cioè una società presente e una squadra competitiva: obiettivi che purtroppo adesso somigliano più a un sogno, a un’utopia.
Articolo tratto da: www.filippogalli.com/2025/05/21/i-tifosi-i-club-la-curva-ecco-il-patrimonio-del-milan/

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.