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125 Anni: è davvero il momento di festeggiare?

A poco più di una settimana dai festeggiamenti per i 125 anni di storia dell’ AC Milan, sentiamo il bisogno di scrivere queste parole. Ma non sono parole facili. Sono parole che nascono dal cuore, dal cuore di un gruppo di tifosi che, purtroppo, ha smesso di credere. E, con “gruppo di tifosi”, ci riferiamo ovviamente al nostro club e alla gente con cui ci relazioniamo quotidianamente, ma pensiamo di rappresentare il pensiero di una buona percentuale di tifosi rossoneri che condividono la stessa frustrazione e delusione.

125 anni. Sono tanti, eppure non sono mai troppi per un club che ha scritto pagine indimenticabili nella storia del calcio, un club che ha regalato al mondo emozioni che pochi altri hanno mai saputo offrire. Ma oggi, con grande rammarico, dobbiamo ammettere che il Milan che amiamo sembra essere un lontano ricordo. Ogni stagione che passa senza una vera identità, senza un vero progetto, senza una visione chiara, ci allontana sempre di più da quello che siamo stati. E da quello che dovremmo essere.

Non è solo il risultato sul campo a deluderci. È il fatto che sembra che chi oggi detiene le redini del nostro club non abbia alcun rispetto per la sua storia, per la sua tradizione. Ogni decisione, ogni passo che viene fatto da questa proprietà sembra mirare a tutt’altro che al bene del Milan. La nostra storia è un’eredità che va onorata, che va custodita e portata avanti con orgoglio, ma invece sembra che l’unica cosa che interessi sia fare i conti con un bilancio. Eppure, il Milan non è solo numeri: il Milan è passione, è sacrificio, è una storia fatta di vittorie, di campioni e di valori che non possono essere svenduti al miglior offerente.

Eppure, ogni volta che guardiamo il Milan oggi, non vediamo più quella passione, quella fame che ci ha sempre contraddistinto. Non vediamo più la squadra che lotta con il cuore, che si fa valere, che gioca per qualcosa di più di una semplice maglia. E tutto questo, purtroppo, non è colpa dei giocatori o degli allenatori, ma di chi ha la responsabilità di fare grande questa squadra. Di chi non ha capito, o non ha voluto capire, che il Milan non è una società da trattare come un qualsiasi investimento, ma un simbolo per milioni di tifosi, che ogni domenica si stringono intorno a questa maglia con la speranza che tutto ciò che è stato grande un tempo possa tornare.

Noi, come tanti altri, abbiamo smesso di credere. Abbiamo smesso di credere che ci sia una vera volontà di fare il bene del Milan, una volontà di riportarlo dove merita di stare. Ogni promessa che è stata fatta negli anni è stata puntualmente disattesa, e noi, noi tifosi, siamo stanchi. Siamo stanchi di sentire parlare di progetti futuristici che non portano mai a nulla, stanchi di vedere una società che non ha alcuna visione per il presente, figuriamoci per il futuro.

A 125 anni dalla sua fondazione, il Milan meriterebbe una dirigenza che lo rispetti come simbolo di una città, di una nazione, di una passione che non muore mai. E invece ci ritroviamo a festeggiare il nostro compleanno con una tristezza che ci accompagna ogni domenica, con una consapevolezza amara: la nostra storia non è più nelle mani giuste.

La verità è che, mentre noi tifosi siamo la vera e unica costante del nostro club, questa dirigenza è di passaggio. Eppure, sembrano ben consapevoli del fatto che stanno cavalcando un cambiamento generazionale, dove le nuove generazioni, purtroppo, non hanno vissuto il vero Milan, quello delle grandi vittorie, dei campioni, della passione che non si compra. E chi ha vissuto quei tempi, chi ha sofferto e gioito con questa maglia, si sta piano piano allontanando dallo stadio e dal mondo Milan. Questa è una realtà che la dirigenza sta contribuendo a creare: una via di non ritorno, che, se non fermata, trasformerà il nostro club in qualcosa di irriconoscibile. Un Milan che non avrà più nulla a che fare con quello che eravamo, con quello che ci ha reso grandi, e con il vero milanismo che ci ha uniti per generazioni.

Scriviamo queste parole non per insultare, non per scagliarci contro chi oggi ha la responsabilità del club. Ma per dire basta. Basta a una gestione che ha scelto di dimenticare il Milan e di trattarlo come un prodotto da vendere, senza alcun rispetto per chi lo ama davvero. Per chi ha vissuto e sofferto con questa maglia. Per chi ha lottato per costruire quella grandezza che oggi sembra perduta.

Ci auguriamo, con tutto il cuore, che prima o poi qualcuno capisca. Che qualcuno torni a prendersi cura di questa squadra con amore, con il rispetto che merita. Che qualcuno riporti il Milan là dove è sempre stato: nel cuore dei tifosi, tra i grandi del calcio. Perché, purtroppo, è chiaro: se le cose continuano così, il nostro Milan rischia di diventare solo un ricordo di ciò che è stato. E sarebbe un peccato che una storia come la nostra finisca così, nel silenzio e nell’indifferenza.

Con molta tristezza,
Noi tifosi che abbiamo smesso di credere, ma che non smetteremo mai di amare il Milan.